BodyWriting - Puntata 4
BodyWriting - Puntata 4

Dal progetto #MindYourBody della Scuola Holden nasce: "BodyWriting - Scritture sul corpo"
Il corpo sente, il corpo reagisce. Una rubrica per raccontarvi il potenziamento delle nostre percezioni: idee allenate su menti estese, pensieri snodati, muscoli d'autore. Il training appassionato degli aspiranti scrittori.
Puntata 4:
ADDOMINALI IN ISOMETRIA
con schiena su SwissBall mentre si legge
Un altro esercizio con la Swiss Ball, ma questa volta per Core stability, femorali e glutei. Ci si sistema con la schiena e il collo appoggiati sulla Swiss Ball cercando di assumere una posizione comoda, in appoggio monopodalico con le gambe piegate. In queste condizioni, una volta stabilizzato bacino e zona dorsale, si ha un lavoro di isometria* su tutta la zona core del corpo. Eseguendo un ponte con gambe e corpo, inoltre, si va a lavorare anche sui muscoli posteriori degli arti inferiori quali femorali e glutei.
L'uso della Swiss Ball gioca un ruolo fondamentale per la riuscita dell'esercizio: crea instabilità e porta il corpo ad essere alla continua ricerca di un equilibrio, aumentando la difficoltà di esecuzione.
Una volta che si acquisisce la giusta posizione sull'elemento instabile si può tranquillamente leggere un libro.
*Isometria o contrazione isometrica dei muscoli, cioè uno sforzo effettuato senza fare movimenti. L'immobilità è però soltanto apparente: i muscoli, costretti a lavorare contro una resistenza (ad esempio, il pavimento, altre parti del corpo, una sedia) sviluppano all'interno una forte tensione.
Una lettera, due lettere, tre lettere.
Il sole. Filo di vento sulle foglie arse. Come sarà, da quassù, pontificare sulle cose degli uomini? Come sarà, solo leggendo, far da ponte sulla vita? Potrebbe essere, in bilico sul ciglio del dicibile, farsi contatto tra parole non dette, tra caratteri rimasti impronunciati, spenti, che ora - richiamati - emergono e all'unisono s'illuminano, si fondono, per approdare ancora da qualche parte che non sia stata scoperta?
Sì. Ci provo. Punto i piedi ed è l'inizio di un'alfabetica impalcatura senza ponteggi: pericolosa connessione tra forme e sensi, ondeggianti angoli e spiragli, direzioni nuove, virate e poi vento. Si parte.
Quattro lettere, cinque lettere, sei lettere.
Le parole vogliono essere dette: mi fletto e m'inclino sul limitare della pagina, seguo inchiostro fatto bussola, impugno carta fatta mappa. E tratteggio muscoli fatti paragrafi, accenno legamenti fatti righe, pronuncio arti fatti sentieri e respiri detti alberi. Pause fatte ritmo, lo sguardo che è una forza di volontà. Come sarà, proseguendo in questo cammino di carne e voce, farsi rapporto tra i gesti, farsi rifugio, far di sé fondamento della scrittura?
Sette lettere, otto lettere, nove lettere.
Viavai di simboli, passaggi di sillabe. Polpacci-ginocchia-quadricipiti: e divento traino su cui possono poggiare tutte le storie, valico di maestria e diletto; sono parte della struttura architettonica dell'esistere. E proseguo.
Incedo. Annuso. Non c'era mai stata via sopra quest'acqua, prima d'ora. M'inarco pilastro sulle sponde dell'oblio e salvo oggetti: un cappello, un grido, la mano di una vergine. Adesso, da una riva all'altra, passeranno tutti i suoni.
Dieci, undici, dodici lettere.
Un'apertura traversabile, una costa scritta e navigabile.
Da quassù - mentre i torrenti disegnano profili sulle colline e le rotazioni dei pianeti scandiscono il tempo - chiunque può unire lembi: pontificar sulle memorie, attaccare post-it alla propria coscienza; poggiare la testa sul mondo e, finalmente, aprire gli occhi.